La divina Persona di Gesù è grande non solo per Se Stessa, ma anche per gli immensi confini della Sua opera salvatrice. In questa e nella prossima Domenica la Chiesa ce ne misura l'estensione descrivendoci l'universo del male nei suoi due terribili estremi: la nascita di peccato e la morte di castigo. Satana detiene la porta del mondo e per essa lo ha colmato di tenebre. Ogni anima che nasce è segnata col sigillo infernale del peccato originale (Prefazio). Ebbene, la redenzione di Gesù comincerà da questo punto. Il giogo d'ingresso sarà infranto; e un Battesimo di luce farà sparire il marchio tenebroso (Vangelo e Prefazio). Il battezzato, come il cieco nato, aprirà con meraviglia i suoi occhi al giorno chiaro e finalmente rivedrà il Volto del suo Dio. Oggi infatti la Chiesa, commossa, si prostra e Lo adora in quell'uomo Che Si chiama Gesù (Vangelo, Confrattorio e Transitorio).
“A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.
Si vuole recuperare, un’importante tradizione delle nostre parrocchie: l’Ufficiatura per i defunti Come insegna il catechismo è cosa preziosa suffragare per le anime dei cari morti, affinché abbia ad abbreviarsi la loro permanenza tra le fiamme dolorose e purificatrici del Purgatorio. Anime che, una volta giunte nel Santo Paradiso, ricambieranno intercedendo per noi. Dunque ogni primo lunedì del mese, salvo feste che suggeriscano una traslazione, la Santa Messa, con il relativo Ufficio dei defunti, sarà per tutte le anime purganti, in special modo per coloro che vorrete ricordare attraverso l’offerta della vostra presenza orante e munifica. Chi avesse desiderio di ricordare uno o più defunti in particolare, comunichi i nominativi per tempo in sacrestia. Dio ve ne renderà merito.
Un programma corposo. Partecipa con generosità, mettendo Dio al centro!
LETTURE SPIRITUALI
S. Alfonso Maria de' Liguori. Apparecchio alla morte.
Suggeriamo un breve testo di meditazione per ogni giorno della Quaresima. Alla lettura è possibile affiancare la catechesi online di Don Leonardo Maria Pompei sull'opera con lettura e commento. Potete trovare qui il ciclo completo (che è ancora in fase di ultimazione) mentre qui sotto per ogni giorno linkiamo il video corrispondente.
SANTE MESSE FERIALI E SACRE FUNZIONI
Prima o dopo le Ss. Messe feriali recita comunitaria del Santo Rosario;
domenica ore 17.00 Vespri solenni e Benedizione con Reliquia della S. Croce;
5 Pater ogni giorno, meditando le 5 piaghe del Signore.
CATECHESI PER ADULTI
Padre Dragone. Spiegazione del catechismo di San Pio X.
VIA CRUCIS
Tutti i venerdì alle 17.30 (in particolare i ragazzi del catechismo con le famiglie);
Venerdì 11 aprile alle 20.30.
Venerdì Santo 18 aprile alle 20.30.
PENITENZA E ASCESI
Digiuno: precetto il I venerdì di Quaresima e Venerdì Santo; consigliato tutta la Quaresima tranne le Domeniche. Un solo pasto al giorno e un po' di cibo mattino e sera, vigilando su quantità e qualità; tutti i maggiorenni fino al 60° anno. Astinenza (magro): precetto tutti i venerdì di Quaresima. Gli altri venerdì si può sostituire con altre penitenze. Consigliata pure i sabati di Quaresima. Proibisce le carni; cibi e bevande ricercati e costosi. Dai 14 anni d'età (consigliata dai 7). Rimetti al centro Dio: rinuncia a qualcosa che ti è caro e incrementa la vita spirituale (preghiera, sane letture, carità).
SACRO TRIDUO PASQUALE: 17, 18, 19 APRILE
Pianifica il tuo tempo così da partecipare alle Sacre Funzioni (se puoi prendi ferie: come Dio, in Cristo Signore, Si è dato tutto per te, così tu offriGli te stesso, il tuo tempo, i tuoi denari): Giovedì 17 ore 17.00; Venerdì 18 ore 15.00; Sabato 19 ore 17.00.
CARITÀ
Devolvi in beneficenza il frutto delle rinunce quaresimali.
ante conspectum tuum genibus me provolvo, ac maximo animi ardore te oro atque obtestor, ut meum in cor vividos fidei, spei et caritatis sensus, atque veram peccatorum meorum poenitentiam, eaque emendandi firmissimam voluntatem velis imprimere; dum magno animi affectu et dolore tua quinque vulnera mecum ipse considero, ac mente contemplor, illud præ oculis habens, quod jam in ore ponebat tuo David propheta de te, o bone Jesu: Foderunt manus meas et pedes meos, dinumeraverunt omnia ossa mea.
che alla Tua santissima presenza prostrato, Ti prego con il fervore più vivo di stampar nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, e di proponimento di non offenderTi, mentre io con tutto l'amore e la compassione vado considerando le Tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di Te, o Gesù mio, il Santo profeta Davide: Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa.
La risurrezione di Lazzaro.
«Avrei potuto intervenire in tempo per impedire la morte di Lazzaro. Ma non lo volli fare. Sapevo che questa risurrezione sarebbe stata un’arma a doppio taglio, perché avrebbe convertito i giudei di retto pensiero e reso sempre più astiosi quelli di pensiero non retto. Da questi, e sotto quest’ultimo colpo del mio potere, sarebbe venuta la mia sentenza di morte. Ma ero venuto per questo, e l’ora era ormai matura perché ciò si compisse. Avrei anche potuto accorrere subito. Ma avevo bisogno di persuadere, con la risurrezione da una putredine già avanzata, gli increduli più ostinati. E anche i miei apostoli che, destinati a portare la mia fede nel mondo, avevano bisogno di possedere una fede temprata da miracoli di prima grandezza.
Negli apostoli era tanta umanità. L’ho già detto[108]. Non era questo un ostacolo insormontabile, era anzi una logica conseguenza della loro condizione di uomini chiamati ad esser miei in età già adulta. Non si cambia una mentalità, una forma mentis dall’oggi al domani. Né Io, nella mia sapienza, volli scegliere ed educare dei bambini e crescerli secondo il mio pensiero per fare di essi i miei apostoli. Lo avrei potuto fare. Non lo volli fare, perché le anime non mi rimproverassero di aver sprezzato coloro che non sono innocenti e portassero a loro discolpa e scusante che Io pure avevo significato con la mia scelta che coloro che sono già formati non possono mutare. No. Tutto si può mutare, se si vuole. E infatti Io di pusillanimi, di rissosi, di usurai, di sensuali, di increduli feci dei martiri e dei santi, degli evangelizzatori del mondo. Solo colui che non volle non mutò.
Io ho amato e amo le piccolezze e le debolezze — tu ne sei un esempio — purché in esse ci sia la volontà di amarmi e di seguirmi, e di questi “nulla” faccio i miei prediletti, i miei amici, i miei ministri. Tuttora me ne servo, ed è un miracolo continuo che opero, per portare gli altri a credere in Me, a non uccidere le possibilità di miracolo. Come è languente ora questa possibilità! Come lume a cui manca l’olio, essa agonizza e muore, uccisa dalla scarsa o dalla mancante fede nel Dio del miracolo.
Vi sono due forme di prepotenza nel chiedere il miracolo. Ad una Dio si piega con amore. All’altra volge le spalle sdegnato. La prima è quella che chiede, come ho insegnato a chiedere, senza sfiducia e stanchezza, e che non ammette che Dio non la possa ascoltare, perché Dio è buono e chi è buono esaudisce, perché Dio è potente e tutto può. Questa è amore, e Dio concede a chi ama. L’altra è la prepotenza dei ribelli che vogliono che Dio sia loro servo e che alle loro cattiverie umilii Se stesso e dia quello che loro non danno a Lui: amore e ubbidienza. Questa forma è una offesa che Dio punisce col negare le sue grazie.
Vi lamentate che Io non compio più i miracoli collettivi. Come li potrei compire? Dove sono le collettività che credono in Me? Dove i veri credenti? Quanti i veri credenti in una collettività? Come superstiti fiori in un bosco arso da un incendio, ne vedo uno ogni tanto di spiriti credenti. Il resto l’ha arso Satana con le sue dottrine. E sempre più lo arderà.» Capitolo completo
Preghiera della Chiesa per eccellenza, il Pater noster è «consegnato» nel Battesimo per manifestare la nuova nascita alla vita divina dei figli di Dio. L'Eucaristia ne rivela il senso pieno, poiché le sue domande, fondandosi sul mistero della salvezza già realizzato, saranno pienamente esaudite alla venuta del Signore. Il Pater noster è parte integrante della Liturgia. (Compendio)
Perché Gesù, il nostro Redentore, ci introduce davanti al Volto del Padre, e il Suo Spirito fa di noi dei figli. Possiamo così pregare il Pater noster con una fiducia semplice e filiale, una gioiosa sicurezza e un'umile audacia, con la certezza di essere amati ed esauditi. (Compendio)
Don Camillo aveva parlato con estrema calma e se ne andò subito e Peppone rimase a guardarlo a bocca aperta. Non aveva mai sentito parlare don Camillo con quella voce: era una voce fredda e lontana, come se venisse da un altro mondo. Ci ripensò su parecchio, anche il giorno seguente, poi non ebbe più tempo per pensarci perché attaccarono ai muri i manifesti di un comizio dell'Unità Socialista e allora dovette pensare soltanto a organizzare la controdimostrazione come stava scritto sul foglio delle direttive. Alla domenica il paese era gremito di gente.
- In prima fila, davanti alla tribuna, si mettano i compagni del Molinetto e di Torricella - ordinò Peppone. - Appena l'oratore sgarra un pochino entrano in azione. Sanno quello che devono gridare. I compagni del paese vanno tutti al Molinetto e a Torricella a lavorare ai comizi della DC e del Blocco Nazionale. Io, il Brusco e gli altri dirigenti stiamo chiusi in Comune e non ci facciamo vedere. Interveniamo soltanto se succede il pasticcio.
Il saragattiano era uno sui trentacinque, un tipo distinto e parlava bene. Appena sentì quella voce Peppone fece un balzo sulla sedia e andò a sbirciare dalla finestra. - È proprio lui! - balbettò. E il Brusco e il Bigio e lo Smilzo e tutti gli altri che erano con lui risposero che era proprio lui e poi non dissero più niente.
Le squadre di disturbo entrarono in azione pochi minuti dopo. L'oratore controbatté gli insulti e le accuse con molta energia e quelli delle squadre si imbestialirono sempre di più e, a un bel momento, saltarono sul palco e si buttarono sull'oratore.
Peppone e lo stato maggiore schizzarono giù, ma era troppo tardi. La gente faceva ora ressa davanti alla casa dove avevano portato l'oratore e Peppone e il suo stato maggiore si buttarono a capofitto in mezzo alla folla e arrivarono di prepotenza fino al portone. L'oratore era seduto e una donna stava fasciandogli una mano. Aveva sangue sulla faccia perché qualcuno lo aveva colpito alla fronte con una chiave. Peppone stette a guardarlo a bocca aperta. Il ferito alzò la testa.
Il clamoroso trionfo della tesi di Kravcenko va nettamente delineandosi nell'oramai famoso processo parigino. Centinaia di inviati speciali convenuti da ogni parte del mondo annotano febbrilmente sui loro taccuini le deposizioni degli autorevoli testi a favore dell'autore di Ho scelto la libertà, i quali ogni giorno forniscono prove schiaccianti e inconfutabili alle accuse che da ogni parte del mondo si levano contro il regime d'oppressione e di morte che impera di là dal sipario d'acciaio. Si dà per certo negli ambienti politici e giudiziari di Parigi che la sentenza, indubbiamente favorevole a Kravcenko, costringerà̀ Stalin alle di-missioni, allo scioglimento del partito comunista e alla restituzione alla libertà dei milioni di oppressi che, avvinti in ceppi e catene, gemono sotto il peso del tallone sovietico. Forte impressione ha destato non solo nel pubblico, ma per-fino negli stessi giudici, rotti a tutti gli spettacoli, la vista della massaia Arkadia Ornaienko, la quale è salita sulla pedana priva del capo mozzatole nel 1942 dalle guardie rosse. Al posto di esso, come per nasconderne la mancanza, la sventurata porta una palla di stoffa imbottita di stracci. Macabra civetteria di vittima dell'URSS. Parigi, questa notte, per l'orrore, non ha dormito. Caesar (G. Mosca)
Precise, ferree accuse hanno inchiodato il traditore Kravcenko, il quale, pallido e sgomento, continua a rispondere coi suoi incomprensibili mugolii. Oramai la verità̀ è venuta in chiaro. Kravcenko non poteva scrivere Ho scelto la libertà: egli è analfabeta! Né poteva dettarlo in quanto, data la sua spaventosa ignoran-za, non sa neppur parlare e si esprime a gesti. Come se ciò̀ non bastasse è risul-tato che il libro fu scritto nel 1942 da Goebbels! Kravcenko funzionò sempli-cemente da prestanome per la traduzio-ne americana. L'infelice si limita a bal-bettare: «Stalin no buono! Buono ame-ricano! Io scrivuto libro con mia ma-na!...». Uno spettacolo tra il repellente e il pietoso. L'arrivo dei testimoni dalla Russia è stato un colpo colossale. Le sei ex mogli del vero Kravcenko hanno guardato l'infelice e hanno concorde-mente affermato: «Non è lui!». Hanno tentato di farlo parlare e si è scoperto l'altro enorme inganno: egli non sa il russo! La strana lingua che egli parla è... dialetto cagliaritano! Lo pseudo-Kravcenko è sardo! L'inverecondo si-mulatore è stato così completamente smascherato: è quindi pacifico che tutto quanto sta scritto su Ho scelto la libertà è falso! Con questo processo la reazione ha perso definitivamente la sua batta-glia e la grandezza della libera Russia Sovietica risplende più̀ smagliante di pria! Spartacus (G. Guareschi) (Candido n° 6, del 6.2.1949)
Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la Santa Messa. Nell'assistere alla Santa Messa, rinnova la tua fede. Tieni la mente elevata al mistero che si va svolgendo sotto i tuoi occhi. Portati con la tua mente al Calvario e pensa e medita sulla Vittima, Che Si offre alla divina giustizia, sborsando il prezzo della tua redenzione.
Ti auguro sempre più amore al Divin Sacrifizio, dal Quale ci è venuta e ci viene l'eterna salute. Chiediamo a Gesù la grazia di amarLo e di vederLo amato sempre più. ChiediamoGli, come la sposa dei sacri Cantici: Mi baci con i baci della Sua bocca! Sì, le Tue tenerezze sono più dolci del vino! Quante volte questo bacio di Pace… ci viene donato da Gesù nel Santissimo Sacramento! Nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, in questo Sacramento d'amore, noi abbiamo la vera vita, una vita benedetta e la vera felicità. O Gesù, che il mio cuore riposi sul Tuo Cuore trafitto nelle prove e nei dolori della vita.
Maria ti faccia sempre da madre, ti stringa sempre più al suo cuore: ti faccia pregustare tutte le tenerezze della sua maternità, e un giorno non molto lontano ti mostri tutta la sua gloria assieme a Gesù. L'Angelo di Dio ti guidi in tutto il corso della tua vita e ti preservi dal peccato. Lo Spirito Santo ti riempia dei Suoi doni e ti renda forte nella battaglia della vita. Il volto di Gesù sia stampato sul tuo cuore e appaghi tutti i tuoi voleri. L'amore di Gesù sia la stella che ti guidi a Lui. Gesù viva sempre in te e nella tua famiglia.
La pratica della celebrazione delle SS. Messe Gregoriane si tratta della celebrazione ininterrotta di 30 SS. Messe a suffragio di un'Anima del Purgatorio. La pia pratica è nata così:
Un monaco del Convento di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del superiore, tre scudi d'oro da un suo beneficato (mancanza gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci). Deceduto il monaco poco tempo dopo, S. Gregorio, per dare una lezione esemplare a tutta la Comunità monastica lo fece seppellire fuori del Cimitero comune, gettando nella sua fossa i tre scudi d'oro. Qualche tempo dopo, preso da compassione, chiamò l'economo del monastero e gli disse: «Il nostro confratello è tormentato dalle pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di 30 SS. Messe, senza interromperla».
Il monaco ubbidì; ma, per le troppe occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò allora il numero delle SS. Messe celebrate in suo suffragio e si trovò che erano precisamente 30. D'allora invalse l'uso di far celebrare 30 SS. Messe per i Defunti, dette appunto Gregoriane dal nome di S. Gregorio: uso che è tuttora in vigore nei monasteri benedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10).
«Delle preghiere della terra, in Purgatorio si riceve solo quel tanto che Dio vuole che ciascun'anima riceva secondo le disposizioni meritate. E' un dolore aggiunto per queste povere Anime il vedere che le preghiere per la loro liberazione, vengono applicate a chi ne è più degno. Il sollievo di ciascun'anima è proporzionato al suo merito» (Manoscritto del Purgatorio).
Il Papa ricorda che la pratica di inginocchiarsi e ricevere la Particola sulla lingua ha a suo favore secoli di tradizione ed è segno di adorazione particolarmente espressivo. Per questo è bene riceverla così.
Che cosa è essenziale? Salvarsi l’anima! Sì, perché il corpo è comunque destinato a perire, l’anima invece vive in eterno, essendo spirituale e creata direttamente da Dio. Per questo è il nostro bene più prezioso, che va custodito con sapienza e che una volta condannata all’inferno dovrà patire per sempre.
Come si custodisce l’essenziale? Mettendolo al primo posto! Sì, altrimenti sono solo parole. Ciò vuol dire S. Messa e Sacramenti: quei mezzi ordinari con cui Dio ci sorregge e salva qui ed ora, quel toccarci efficace di Gesù Salvatore.
Amico e fratello sii dunque cristianamente sapiente, anche e soprattutto nell’ormai incipiente estate (che don Bosco, il grande Santo educatore, definiva senza mezzi termini vendemmia del demonio): specialmente se sei genitore o nonno aiuta ed educa figli e nipoti alla preghiera e al rispetto del precetto della Santa Messa festiva (altrimenti come potrai a settembre far riprendere il cammino di catechismo?!).
Padre Santo, Che attraverso il Tuo Figlio Gesù riversi senza misura il dono dello Spirito, custodisci questi Tuoi servi perché siano lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Maria, aurora di salvezza, guidi e sostenga il loro ministero. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen.
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Mt 5,13-16
Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutandosi di dare ascolto alla verità per rivolgersi alle favole. S. Paolo - Seconda lettera a Timoteo