L'anno liturgico è la biografia di Gesù e della Chiesa. Gesù, infatti, è venuto per la Chiesa; e la Chiesa fu creata per Gesù. L'Uno rivive nell'altra e hanno in comune date e vicende di vita. Dopo un Avvento di preparazione e d'attesa, nascono entrambi nel dì del Natale. L'Epifania vede le loro nozze smaglianti e il fiorire rigoglioso. Il tempo di Quaresima è invece l'età virile della lotta e del dolore; finché nella Pasqua fanno di sé stessi un solo e perfetto olocausto a Dio. Ma ecco la grande Risurrezione. Oggi la Chiesa, con Cristo risorto, è come Lui immortale e universale.
È questo il Paradiso aperto da Gesù in cielo e sulla terra; perché il Salvatore, come Dio e come uomo è Capo di ogni paradiso: di Angeli e di uomini. Egli è la Pietra angolare, Che sostiene il regno di Dio in terra, le cui chiavi sono già state promesse e presto saranno affidate a Pietro, che fin da oggi rivendica davanti al sinedrio i diritti di Colui Che rappresenta; regno di Dio, i cui poteri di misericordia e di giustizia, nel giorno stesso di Pasqua sono stati conferiti agli Apostoli (Lezione, Salmello, Epistola, Vangelo). Questa, dunque, è la nostra gioia pasquale: Gesù con noi (Confrattorio). La porta del Paradiso è quaggiù e le chiavi auree sono nelle mani di Pietro e dei legittimi suoi successori.
Anche quest'anno si terrà il consueto oratorio feriale estivo, con programmazione analoga agli anni precedenti. Al fine di aiutarvi ad organizzare al meglio il tempo estivo delle vostre famiglie, si anticipano le date: inizio lunedì 9 giugno, termine venerdì 27 giugno. A breve saranno disponibili i moduli con il programma dettagliato e il tagliando per le iscrizioni.
Apparizione agli apostoli con Tommaso. Discorso sulla dignità del sacerdozio e sui sacerdoti futuri.
Gli apostoli sono raccolti nel Cenacolo. Intorno alla tavola dove fu consumata la Pasqua. Però, per rispetto, il posto centrale, quello di Gesù, è stato lasciato vuoto.
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Gesù è apparso in maniera molto curiosa. La parete dietro le spalle dei commensali, tutta di un pezzo meno che nell’angolo della porticina, si è illuminata al centro, ad un’altezza di un metro circa dal suolo, di una luce tenue e fosforica come è quella che emanano certi quadretti che sono luminosi solo nel buio della notte. La luce, alta quasi due metri, ha forma ovale, come fosse una nicchia. Nella luminosità, come avanzasse da dietro veli di nebbia luminosa, emerge sempre più netto Gesù.
Non so se riesco a spiegarmi bene. Pare che il suo Corpo fluisca attraverso lo spessore della parete. Questa non si apre. Resta compatta, ma il Corpo passa ugualmente. La luce pare la prima emanazione del suo Corpo, l’annuncio del suo avvicinarsi. Il Corpo dapprima è a lievi linee di luce, così come io vedo in Cielo il Padre e gli angeli santi: immateriale. Poi si materializza sempre più, prendendo in tutto l’aspetto di un corpo reale. Del suo divino Corpo glorificato. Io ho messo molto a descrivere, ma la cosa è avvenuta in pochi secondi.
Gesù è vestito di bianco, come quando risorse e apparve alla Madre. Bellissimo, amoroso e sorridente. Sta con le braccia lungo i lati del Corpo, un poco staccate da esso, con le Mani verso terra e dalla palma volta verso gli apostoli. Le due Piaghe delle Mani paiono due stelle di diamanti, da cui escono due raggi vivissimi. Non vedo i Piedi, coperti dalla veste, né il Costato. Ma dalla stoffa del suo abito non terreno trapela luce, là dove essa cela le divine Ferite. In principio sembra che Gesù non sia che Corpo di candore lunare, poi, quando si è concretizzato, apparendo fuori dell’alone di luce, ha i colori naturali dei suoi capelli, occhi, pelle. È Gesù, insomma, Gesù-Uomo-Dio, ma fatto più solenne ora che è risorto.
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Gesù, che prima fissava unicamente Giovanni, e credo che questi si sia voltato attratto da quello sguardo che l’accarezzava, guarda tutti e dice: «Pace a voi». Tutti ora gli sono intorno, chi in ginocchio ai suoi piedi, e fra questi sono Pietro e Giovanni — anzi Giovanni bacia un lembo della veste e se la posa sul viso come per esserne carezzato — chi più indietro, in piedi, ma molto curvo in atto di ossequio. Pietro, per fare più presto ad arrivare, ha fatto un vero salto al disopra del sedile, scavalcandolo, senza attendere che Matteo, uscendo per primo, lasciasse libero il posto. Bisogna ricordare che i sedili servivano a due persone per volta.
L’unico che resta un poco lontano, impacciato, è Tommaso. Si è inginocchiato presso la tavola. Ma non osa venire avanti e pare, anzi, tenti nascondersi dietro all’angolo di essa. Gesù, dando le sue Mani a baciare — gli apostoli gliele cercano con bramosia santa e amorosa — gira lo sguardo sulle teste chine come cercasse l’undecimo. Ma lo ha visto dal primo momento e fa così solo per dare tempo a Tommaso di rinfrancarsi e venire. Vedendo che l’incredulo, vergognoso del suo non credere, non osa farlo, lo chiama: «Tommaso. Vieni qui». Tommaso alza il capo, confuso, quasi piangente, ma non osa venire. Abbassa di nuovo il capo. Gesù fa qualche passo nella sua direzione e torna a dire: «Vieni qui, Tommaso». La voce di Gesù è più imperiosa della prima volta. Tommaso si alza riluttante e confuso e va verso Gesù. «Ecco colui che non crede se non vede!», esclama Gesù. Ma nella sua voce è un sorriso di perdono. Tommaso lo sente, osa guardare Gesù e vede che sorride proprio, allora prende coraggio e va più in fretta. «Vieni qui, ben vicino. Guarda. Metti un dito, se non ti basta guardare, nelle ferite del tuo Maestro».
Preghiera della Chiesa per eccellenza, il Pater noster è «consegnato» nel Battesimo per manifestare la nuova nascita alla vita divina dei figli di Dio. L'Eucaristia ne rivela il senso pieno, poiché le sue domande, fondandosi sul mistero della salvezza già realizzato, saranno pienamente esaudite alla venuta del Signore. Il Pater noster è parte integrante della Liturgia. (Compendio)
Perché Gesù, il nostro Redentore, ci introduce davanti al Volto del Padre, e il Suo Spirito fa di noi dei figli. Possiamo così pregare il Pater noster con una fiducia semplice e filiale, una gioiosa sicurezza e un'umile audacia, con la certezza di essere amati ed esauditi. (Compendio)
Superato oramai ogni limite terreno, i falsi della stampa di sinistra toccano il pianeta Marte, e per marziano, appunto, viene fatto passare dai due fogli assoldati all'imperialismo russo, l'Unità e l'Avanti!, il pilota trovato morto nel «disco volante» caduto giorni fa nei pressi di Città del Messico.
I nostri lettori hanno già capito: si tratta di un pilota russo, e russa è la macchina infernale. Tali dischi, del diametro di oltre venti metri, sono di un metallo durissimo, probabilmente uranio (quell'uranio di cui l'America, aliena dalle guerre e amante delle arti, si serve per migliorare la qualità delle dalie e per potenziare lo studio del latino nei bellissimi, moderni collegi di cui è sì ricca la Repubblica stellata); sono provvisti di motori a reazione, e basta un pilota a manovrarli. Il pilota trovato morto fra i rottami dell'apparecchio è un orribile nano. Miglior prova ch'esso è russo non potrebbe darsi, perché in America, com'è noto, non vivono nani. Queste in-felici, mostruose creature sono, invece, caratteristiche della Repubblica Sovietica dove la denutrizione impedisce ai cittadini di superare la misura corrispondente a quella dei neonati occidentali.
Caesar (G. Mosca)
La stampa gialla ha raccontato con turpe dovizia di particolari il famigerato rinvenimento nel Messico di un disco volante a bordo del quale era il cadavere di un omuncolo di 50 centimetri qualificato come «abitante del pianeta Marte». Il pianeta Marte, scoperto nel 1341 dall'astronomia sovietica, non ha però niente a che vedere nella faccenda. Il disco volante, come ha chiarito l'obiettiva inchiesta giornalistica compiuta dal compagno Lajolo (Ulisse), non è che un tentativo delittuoso dell'imperialismo occidentale. Un normale attentato alla Pace. L'intenzione degli americani era semplicemente quella di far giungere la macchina volante carica di potente esplosivo sul Cremlino. Il deforme essere di cinquanta centimetri, trovato dai messicani a bordo della macchina, non è un marziano, ma un povero meccanico americano: il lavoratore statunitense è ridotto dalle privazioni e dal terrore a un piccolo essere alto due o tre spanne (il lavoratore medio sovietico è alto dai me-tri 2,22 ai metri 2,87). Il delittuoso tentativo è fallito miseramente: un altro infelice proletario statunitense è morto, ma milioni di infelici, affamati schiavi come lui, aspettano con ansia la liberazione che verrà dall'Oriente.
Spartacus (G. Guareschi)
Si vuole recuperare, un’importante tradizione delle nostre parrocchie: l’Ufficiatura per i defunti Come insegna il catechismo è cosa preziosa suffragare per le anime dei cari morti, affinché abbia ad abbreviarsi la loro permanenza tra le fiamme dolorose e purificatrici del Purgatorio. Anime che, una volta giunte nel Santo Paradiso, ricambieranno intercedendo per noi. Dunque ogni primo lunedì del mese, salvo feste che suggeriscano una traslazione, la Santa Messa, con il relativo Ufficio dei defunti, sarà per tutte le anime purganti, in special modo per coloro che vorrete ricordare attraverso l’offerta della vostra presenza orante e munifica. Chi avesse desiderio di ricordare uno o più defunti in particolare, comunichi i nominativi per tempo in sacrestia. Dio ve ne renderà merito.
Il mondo potrebbe stare anche senza sole, ma non può stare senza la Santa Messa. Nell'assistere alla Santa Messa, rinnova la tua fede. Tieni la mente elevata al mistero che si va svolgendo sotto i tuoi occhi. Portati con la tua mente al Calvario e pensa e medita sulla Vittima, Che Si offre alla divina giustizia, sborsando il prezzo della tua redenzione.
Ti auguro sempre più amore al Divin Sacrifizio, dal Quale ci è venuta e ci viene l'eterna salute. Chiediamo a Gesù la grazia di amarLo e di vederLo amato sempre più. ChiediamoGli, come la sposa dei sacri Cantici: Mi baci con i baci della Sua bocca! Sì, le Tue tenerezze sono più dolci del vino! Quante volte questo bacio di Pace… ci viene donato da Gesù nel Santissimo Sacramento! Nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, in questo Sacramento d'amore, noi abbiamo la vera vita, una vita benedetta e la vera felicità. O Gesù, che il mio cuore riposi sul Tuo Cuore trafitto nelle prove e nei dolori della vita.
Maria ti faccia sempre da madre, ti stringa sempre più al suo cuore: ti faccia pregustare tutte le tenerezze della sua maternità, e un giorno non molto lontano ti mostri tutta la sua gloria assieme a Gesù. L'Angelo di Dio ti guidi in tutto il corso della tua vita e ti preservi dal peccato. Lo Spirito Santo ti riempia dei Suoi doni e ti renda forte nella battaglia della vita. Il volto di Gesù sia stampato sul tuo cuore e appaghi tutti i tuoi voleri. L'amore di Gesù sia la stella che ti guidi a Lui. Gesù viva sempre in te e nella tua famiglia.
La pratica della celebrazione delle SS. Messe Gregoriane si tratta della celebrazione ininterrotta di 30 SS. Messe a suffragio di un'Anima del Purgatorio. La pia pratica è nata così:
Un monaco del Convento di S. Gregorio Magno aveva accettato, senza il consenso del superiore, tre scudi d'oro da un suo beneficato (mancanza gravissima contro il voto di povertà, professato dai monaci). Deceduto il monaco poco tempo dopo, S. Gregorio, per dare una lezione esemplare a tutta la Comunità monastica lo fece seppellire fuori del Cimitero comune, gettando nella sua fossa i tre scudi d'oro. Qualche tempo dopo, preso da compassione, chiamò l'economo del monastero e gli disse: «Il nostro confratello è tormentato dalle pene del Purgatorio: incomincia subito per lui la celebrazione di 30 SS. Messe, senza interromperla».
Il monaco ubbidì; ma, per le troppe occupazioni, non pensò a contare i giorni. Una notte, gli apparve il monaco defunto e gli disse che se ne andava al Cielo, libero dalle sue pene. Si contò allora il numero delle SS. Messe celebrate in suo suffragio e si trovò che erano precisamente 30. D'allora invalse l'uso di far celebrare 30 SS. Messe per i Defunti, dette appunto Gregoriane dal nome di S. Gregorio: uso che è tuttora in vigore nei monasteri benedettini e trappisti e che Dio con molte rivelazioni ha fatto conoscere essergli molto gradito (Dialoghi, IV, 10).
«Delle preghiere della terra, in Purgatorio si riceve solo quel tanto che Dio vuole che ciascun'anima riceva secondo le disposizioni meritate. E' un dolore aggiunto per queste povere Anime il vedere che le preghiere per la loro liberazione, vengono applicate a chi ne è più degno. Il sollievo di ciascun'anima è proporzionato al suo merito» (Manoscritto del Purgatorio).
Il Papa ricorda che la pratica di inginocchiarsi e ricevere la Particola sulla lingua ha a suo favore secoli di tradizione ed è segno di adorazione particolarmente espressivo. Per questo è bene riceverla così.
Che cosa è essenziale? Salvarsi l’anima! Sì, perché il corpo è comunque destinato a perire, l’anima invece vive in eterno, essendo spirituale e creata direttamente da Dio. Per questo è il nostro bene più prezioso, che va custodito con sapienza e che una volta condannata all’inferno dovrà patire per sempre.
Come si custodisce l’essenziale? Mettendolo al primo posto! Sì, altrimenti sono solo parole. Ciò vuol dire S. Messa e Sacramenti: quei mezzi ordinari con cui Dio ci sorregge e salva qui ed ora, quel toccarci efficace di Gesù Salvatore.
Amico e fratello sii dunque cristianamente sapiente, anche e soprattutto nell’ormai incipiente estate (che don Bosco, il grande Santo educatore, definiva senza mezzi termini vendemmia del demonio): specialmente se sei genitore o nonno aiuta ed educa figli e nipoti alla preghiera e al rispetto del precetto della Santa Messa festiva (altrimenti come potrai a settembre far riprendere il cammino di catechismo?!).
Padre Santo, Che attraverso il Tuo Figlio Gesù riversi senza misura il dono dello Spirito, custodisci questi Tuoi servi perché siano lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Maria, aurora di salvezza, guidi e sostenga il loro ministero. Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell'Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen.
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Mt 5,13-16
Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutandosi di dare ascolto alla verità per rivolgersi alle favole. S. Paolo - Seconda lettera a Timoteo