LA FORZA DEL SILENZIO (4)

Dard. Robert Sarah

241. Spesso mi chiedo se la tristezza delle società urbane occidentali, in cui dilaga la depressione, il suicidio e il disagio morale, non derivi dalla perdita del senso del mistero. Perdendo la capacità di fare silenzio davanti al mistero, gli uomini si privano delle sorgenti della gioia. In effetti, si ritrovano soli al mondo, senza niente che li superi e li sostenga. Non riesco a pensare a niente di più spaventoso!

Non possiamo comprendere altrimenti la riflessione di Blaise Pascal nei Pensieri: «Osservando come tutto l’universo sia muto e l’uomo senza luce, abbandonato a se stesso e quasi smarrito in questo angolo dell’universo, senza conoscere chi ve lo ha messo, cosa ci deve fare, che ne sarà di lui con la morte, incapace di ogni conoscenza, mi afferra la paura, come un uomo che fosse stato portato nel sonno su un’isola deserta e terribile e si svegliasse senza sapere dove si trova e senza poterne uscire». Senza silenzio, siamo privi del mistero, ridotti alle nostre paure, alla tristezza e alla solitudine. È giunto il momento di ritrovare il silenzio! Il mistero di Dio, la Sua incomprensibilità, è la sorgente della gioia per ogni cristiano. Ogni giorno, ci rallegriamo nel contemplare un Dio insondabile, il Cui mistero non si esaurirà mai. Perfino l’eternità del Cielo sarà la gioia, sempre rinnovata, di entrare più profondamente nel mistero divino senza esaurirlo. Solo il silenzio può tradurre questa gioia: «Noi stiamo in silenzio perché le parole di cui le nostre anime bramano vivere non si esprimono con parole terrene», diceva un certosino di cui non conosceremo mai il nome in Silenzio certosino.

 

242. Per preservare il mistero, bisogna proteggerlo dalla banalità profana. Il silenzio svolge in modo mirabile questo ruolo. Un tesoro deve essere collocato fuori portata; quello che è prezioso resta sempre velato. Il nostro stesso corpo è coperto da un rivestimento, non perché sarebbe vergognoso o impuro, ma perché è sacro e misterioso. Nella liturgia, il calice è velato, il ciborio e il tabernacolo sono coperti da un velo quando contengono la Presenza reale. Il silenzio è un velo sonoro che protegge il mistero. Non abbassiamo spontaneamente la voce per dire le parole più importanti, le frasi d’amore? Prima, nella liturgia latina, le parole così misteriose del Canone e della consacrazione, pronunciate submissa voce, si rivestivano di un velo di silenzio. (pagg. 148-149)