AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI, PRIMATI, ARCIVESCOVI, VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI LOCALI CHE HANNO PACE E COMUNIONE CON LA SEDE APOSTOLICA: SUL SACERDOZIO CATTOLICO.
II. Potere ineffabile
E in primo luogo, come insegna il Concilio di Trento, Gesù Cristo nell'ultima Cena istituì il sacrificio ed il sacerdozio della Nuova Alleanza: "…Egli adunque, Dio e Signore nostro, benché stesse per offrire Se Medesimo una volta sola a Dio Padre, mediante la morte sull'altare della croce, per operarvi una redenzione eterna; tuttavia, poiché il Suo sacerdozio non doveva estinguersi con la Sua morte, nell'ultima Cena, nella notte in cui veniva tradito, per lasciare alla diletta Sua sposa la Chiesa un sacrificio visibile, come è richiesto dalla natura degli uomini, col quale venisse rappresentato quel sacrificio cruento che doveva operarsi una volta sola sulla croce…
…e affinché di quel sacrificio rimanesse il ricordo in perpetuo e venisse applicata l'efficacia per la remissione delle colpe che da noi si commettono ogni giorno, dichiarandoSi costituito sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedech, offrì a Dio Padre il Corpo e il Sangue Suo sotto le specie di pane e di vino, e sotto le apparenze di queste medesime cose, diede a gustare quel Corpo e quel Sangue divino agli Apostoli, cui allora costituiva sacerdoti del Nuovo Testamento, e con le parole: Fate questo in memoria di Me, comandò agli stessi Apostoli e ai loro successori nel sacerdozio di offrire quella medesima oblazione".
E da allora, gli Apostoli e i loro successori nel sacerdozio cominciarono ad innalzare verso il cielo quella "oblazione monda" predetta da Malachia per la quale il Nome di Dio è grande tra le genti e che, offerta ormai in ogni parte della terra e in ogni ora del giorno e della notte, continuerà ad offrirsi perennemente sino alla fine del mondo: vera azione sacrificale, e non meramente simbolica, che ha una reale efficacia per la riconciliazione dei peccatori con la divina Maestà: "Poiché il Signore, placato da una tale oblazione, concedendo la grazia e il dono della penitenza, rimette le colpe e i peccati anche gravissimi". La ragione di ciò la indica lo stesso Concilio Tridentino con queste parole: "Una sola e medesima è la vittima, e Colui Che ora la offre, mediante il ministero dei sacerdoti, è Quello Stesso Che allora offrì Se Medesimo sulla Croce, essendone diverso soltanto il modo".
Donde apparisce luminosamente l'ineffabile grandezza del sacerdote umano, che ha il potere sullo Stesso Corpo di Gesù Cristo, rendendoLo presente sui nostri altari ed offrendoLo in Nome di Cristo Stesso, vittima infinitamente grata alla Divina Maestà. "Mirabili cose sono queste — esclama giustamente San Giovanni Crisostomo — cose mirabili e piene di stupore!".
Oltre questo potere che esercita sul corpo reale di Cristo, il sacerdote ha ricevuto altri poteri eccelsi e sublimi sul corpo mistico di Lui. Non abbiamo bisogno, Venerabili Fratelli, di dilungarCi ad esporre questa bella dottrina del corpo mistico di Gesù Cristo, così cara a San Paolo; questa bella dottrina, che ci mostra la persona del Verbo fatto carne insieme con tutti i suoi fratelli, ai quali giunge l'influsso soprannaturale che da Lui deriva, formanti con Lui, come Capo, un solo corpo di cui essi sono le membra. Orbene il sacerdote è costituito "dispensatore dei misteri di Dio" in favore di queste membra del corpo mistico di Gesù Cristo, ministro ordinario com'è di quasi tutti i Sacramenti, che sono i canali attraverso i quali scorre a beneficio dell'umanità la grazia del Redentore.