Card. Robert Sarah
La fede è anche e soprattutto una realtà ecclesiale. Dio ci dona la fede attraverso la nostra Santa Madre Chiesa. Così, la fede di ciascuno di noi si inserisce in quella della comunità, nel “noi” ecclesiale. È impossibile credere da soli, come è impossibile nascere o generarsi da sé. La fede non è soltanto una decisione individuale assunta dal credente nella propria interiorità, non è una relazione isolata tra l’io del fedele e il Tu divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Alcuni, oggi, vorrebbero ridurre la fede a un’esperienza soggettiva e privata. La fede, tuttavia, nasce sempre nella co-munità della Chiesa, solo qui Dio Si rivela pienamente e Si lascia incontrare Quale Egli veramente è.
Alcuni vorrebbero trasformare la Chiesa sul modello delle democrazie moderne. Vorrebbero che il suo governo fosse affidato a una maggioranza. Ciò però significherebbe tornare a fare della Chiesa una società umana e non la famiglia fondata da Dio.
Nella storia della Chiesa chi conserva la fede è il «piccolo resto». Ci sono credenti che rimangono fedeli a Dio e alla Sua Alleanza. Sono il ceppo che rinascerà sempre perché l’albero non muoia. Anche se indifeso, resterà sempre un piccolo gregge, un modello per la Chiesa e per il mondo. I Santi hanno trovato Dio. Questi uomini e queste donne hanno trovato l’essenziale. Sono la pietra angolare dell’umanità. La terra rinasce e si rinnova grazie ai Santi e al loro attaccamento indefettibile a Dio e agli uomini che vogliono condurre alla salvezza eterna.
Nessuno sforzo umano, per quanto talentuoso o generoso, potrà trasformare un’anima e donarle la vita di Cristo. Solo la grazia e la Croce di Gesù possono salvare e santificare le anime e far crescere la Chiesa. Moltiplicare gli sforzi umani, credere che i metodi e le strategie abbiano un’efficacia in sé, sarà sempre una perdita di tempo. Solo Cristo può donare la Propria vita alle anime; la dona nella misura in cui Egli Stesso vive in noi e ha interamente preso possesso di noi. È così anche per i Santi. Tutta la loro esistenza, tutte le loro azioni, tutti i loro desideri sono abitati da Gesù. La misura del valore apostolico dell’apostolo risiede unicamente nella propria santità e nell’intensità della propria vita di preghiera.
Constatiamo come, ogni giorno, una massa inaudita di azioni, di tempo, di sforzi siano compiuti con ardore e generosità, ma senza alcun risultato. Ora, tutta la storia della Chiesa mostra che è sufficiente un solo Santo per trasformare migliaia di anime. Pensiamo, per esempio, al Curato d’Ars. Senza fare altro che essere Santo e trascorrere ore davanti al Tabernacolo, egli ha attirato folle da tutte le parti del mondo in un piccolo villaggio sconosciuto. Santa Teresa del Bambin Gesù, morta di tubercolosi dopo alcuni anni trascorsi in un Carmelo di provincia, non ha fatto altro che essere Santa e amare unicamente Gesù; ha potuto così trasformare milioni di anime.
La preoccupazione principale di tutti i discepoli di Gesù deve essere la santificazione. Il primo posto nella loro vita deve essere riservato all’orazione, alla contemplazione silenziosa e all’Eucaristia, tutto il resto sarebbe altrimenti vana agitazione. I Santi amano e vivono nella verità e si preoccupano di guidare i peccatori alla verità di Cristo. Essi non potranno mai tacere questa verità, né manifestare il minimo compiacimento verso il peccato o l’errore. L’amore per i peccatori e coloro che si trovano nell’errore esige che i loro peccati e i loro errori siano combattuti senza alcuna pietà.