Si fa sera e il giorno ormai volge al declino

Card. Robert Sarah

Troppo spesso lavoriamo al servizio esclusivo del benessere dell’uomo. Certo, lo sviluppo economico, la salute, la qualità della vita sono cose importanti e indispensabili. L’accoglienza dei rifugiati che hanno perso tutto dopo viaggi lunghi e massacranti è una forma di umanità e solidarietà. Venire in aiuto materialmente a un bisognoso è un atto fraterno di grande valore: quando ci occupiamo di un uomo maltrattato ci occupiamo dello Stesso Cristo.

 

San Giovanni Crisostomo ce lo ricorda con estremo vigore. Si è scagliato nello stesso tempo contro le piaghe sociali, il lusso e la bramosia. Ha richiamato la dignità dell’uomo, anche se povero, e i limiti della proprietà. Le sue parole sono sferzanti: «I muli trasportano ogni ben di Dio, e Cristo muore di fame presso la tua porta». Nel povero egli indica Cristo e a Lui fa dire: «Potrei sfamarmi da solo, ma preferisco vagabondare come un mendicante, tendere la mano davanti alla tua porta, per essere sfamato da te. Agisco così perché ti amo». Si scaglia contro la schiavitù e la sua alienazione: «Ciò che sto per dirvi è orribile ma è necessario che ve lo dica: Mettete Dio sullo stesso piano degli schiavi. Liberate Cristo dalla fame, dalla necessità, dalla prigione, dalla nudità. Ah! Rabbrividite».

 

Come alimentiamo il nostro amore per il Figlio di Dio? Quali sono i contrassegni del nostro amore? I poveri che assistiamo devono sapere in Nome di Chi li amiamo. I poveri devono conoscere la fonte della nostra generosità. Amiamo perché amiamo Cristo. Amiamo perché siamo stati amati da Colui Che è Amore e ha consegnato Suo Figlio fino alla morte. Dio agisce attraverso le nostre povere persone. Senza  amor di Dio, la generosità è un’azione sterile.

 

Parlare di Dio a un povero non è fare proselitismo. Anche se volesse, l’uomo non riuscirà mai a imprigionare Dio. Piuttosto, deve amare, ascoltare, adorare Dio e seguire Cristo. Nella nostra società materialista, l’uomo pensa quasi esclusivamente ai propri meschini interessi. Vede Dio come Colui Che dovrebbe dargli ciò che non gli dà il consumismo. Dio viene usato per soddisfare domande egoiste. Se non risponde, Lo si abbandona. Alcuni arrivano persino a bestemmiare il Suo Santo Nome.

 

La religione che deve legare cielo e terra rischia, pertanto, di diventare qualcosa di puramente narcisistico. Si trasforma Dio in idolo pagano che deve garantire la salute, la felicità, la prosperità ed esaudire tutti i capricci dell’uomo. Si domandano miracoli ed Egli dovrebbe subito riversarli sopra di noi. In questo modo le sette ridicolizzano Dio e si prendono gioco dei creduloni, privi di intelligenza di fede. Non voglio demonizzare le richieste che gli uomini possono avanzare per implorare un aiuto divino. I belli ex voto delle cappelle, delle chiese e delle cattedrali indicano come Dio abbia saputo intervenire per aiutare gli uomini.

 

Ma la preghiera di supplica si fonda sulla fiducia nella volontà di Dio; il resto ci sarà dato in sovrappiù. Se amiamo Dio, se siamo pronti a compiere con gioia la Sua Santa volontà, se desideriamo anzitutto la Sua luce, ossia la legge di Dio nel più profondo delle nostre viscere per illuminare le nostre vite, naturalmente Egli ci aiuterà nelle nostre difficoltà.