Card. Robert Sarah
Il Magistero della Chiesa rimane la garanzia dell’unità della fede. La nostra capacità di ricevere l’insegnamento della Chiesa in spirito di discepolato, con docilità e umiltà, è il vero indizio del nostro spirito di figli della Chiesa. Purtroppo, alcuni tra coloro che dovrebbero trasmettere la verità divina con infinita precauzione non esitano a mescolarla con le opinioni alla moda, cioè le ideologie del momento. Come riuscire a fare discernimento? Come trovare un cammino sicuro in mezzo a tale confusione?
San Vincenzo di Lerino, nel suo Commonitorium, fornisce una luce preziosa a proposito del progresso o del cambiamento all’interno della fede: «Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso sella religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande. Chi infatti può essere talmente nemico degli uomini e ostile a Dio da volerlo impedire? Bisognerà tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento. Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno. Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un’altra.
È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano quanto più possibile la comprensione, la scienza e la sapienza così dei singoli come di tutti, tanto di uno solo, quanto di tutta la Chiesa. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. I nostri antenati hanno seminato già dai primi tempi nel campo della Chiesa il seme della fede. Sarebbe assurdo e incredibile che noi, loro figli, invece della genuina verità del frumento, raccogliessimo il frutto della frode cioè dell’errore della zizzania. È anzi giusto e del tutto logico escludere ogni contraddizione tra il prima e il dopo. Noi mietiamo quello stesso frumento di verità che fu seminato e che crebbe fino alla maturazione. Poiché dunque c’è qualcosa della primitiva seminagione che può ancora svilupparsi con l’andar del tempo, anche essa oggi può essere oggetto di felice e fruttuosa coltivazione».
Supplico i vescovi e i sacerdoti di prestare attenzione alla fede dei fedeli! Non affidiamoci a qualche commento postato su internet da sedicenti esperti. Accogliere il Magistero, interpretarlo secondo un’ermeneutica di continuità richiede tempo. Non lasciamoci imporre il ritmo dai media. Sempre pronti a parlare di cambiamenti, di capovolgimenti o di rivoluzioni. Il tempo della Chiesa è un tempo lungo. È il tempo della verità contemplata che dona i suoi frutti se lasciata tranquillamente germinare nel terreno della fede.
«Questa è la natura dello spirito umano: ha bisogno di tempo per comprendere a fondo le idee e portarle alla loro perfezione – scriveva nel 1845 il cardinale John Henry Newman -. Le verità più sublimi e più meravigliose, pur rese note al mondo una volta per tutte da maestri ispirati, non avrebbero potuto essere subito comprese da coloro cui erano trasmesse, ma, poiché erano ricevute e trasmesse da menti non ispirate e attraverso strumenti soltanto umani, hanno avuto bisogno di un tempo più lungo e di un ripensamento più profondo per essere poste nella loro piena luce».