C’è monotonia perché manca l’amore

Si fa sera e il giorno ormai volge al declino - Card. Robert Sarah

 

La tradizione spirituale e monastica definisce l’accidia come una tristezza che si impadronisce dell’anima davanti a ciò che dovrebbe costituire la sua più grande felicità: il rapporto di amicizia con Dio. Essa colpisce la gioia che deve caratterizzare l’anima nella sua relazione con Dio. E invece l’annoia, la disgusta, le pesa. Preferisce amare altro. Che cosa? Qualunque cosa! Tutto eccetto Dio. Questa tristezza davanti al dono di Dio genera in lei una repulsione per tutto ciò che potrebbe avvicinarla a Dio. L’accidia è una generale avversione a tutto ciò che costituisce la vita spirituale. «C’è monotonia perché manca l’amore», scriveva S. Josemaria Escrivà in Cammino.

 

Il male che caratterizza la società occidentale è una tristezza consapevole. L’Occidente si rifiuta di amare. Credo che ciò sia infinitamente grave. Uccide in sé il motore di ogni spiritualità: il desiderio di Dio. Davanti all’inebriante grandezza della chiamata di Dio alla santità, l’uomo occidentale si ripiega su sé stesso. Tiene il broncio. Rifiuta di lasciarsi attrarre. Sceglie di rimanere nella tristezza e rifiuta la gioia che Dio gli offre. Il frutto di questo atteggiamento è immediato: una forte amarezza si diffonde nelle anime e nella società. Tutti i rapporti sociali sono contrassegnati da questo profondo disgusto.

 

Quando si rifiuta la vita divina niente è più in grado di rendere felici. La depressione ha conquistato il cuore dell’uomo dell’Occidente. Vi si è radicata e vi instilla il suo pericoloso veleno.

Abbiamo rifiutato il fatto che la gioia sia provocata in noi da un altro, da Dio, invece che da noi stessi. Abbiamo preferito invece spegnere in noi la speranza. Rimane solo il sentimento terribile e mostruoso dell’assurdo. Non vogliamo essere infastiditi dall’invito alla felicità infinita che Dio ci offre. Preferiamo restare soli con noi stessi, nel disprezzo della nostra grandezza. In certo modo, credo che l’Occidente faccia esperienza della radicale solitudine e voglia deliberatamente degli esseri dannati.

 

Il Vangelo ci racconta la storia dell’Occidente attraverso l’episodio dell’uomo che aveva molti beni. Questi ricerca la vita eterna. Il suo cuore è ricolmo del desiderio di felicità. Rispetta i comandamenti. È l’immagine dell’Occidente cristiano della prima metà del XX secolo, generoso e pieno di grandi desideri. Questo Occidente ha inviato i missionari in tutto il mondo. Si può dire di esso ciò che il Vangelo afferma a proposito di quel tale: «Gesù, fissatolo, lo amò». E invitandolo a prendere parte alla Sua gioia piena e a seguirLo da vicino, il Signore aggiunge: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguiMi». Gesù invita l’uomo a entrare nella Sua intimità. Così conclude il Vangelo: «Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni». Ecco qui la storia dell’Occidente. All’ultimo momento si è rifiutato di dare tutto. Di fronte al sacrificio supremo si è bloccato. Ha avuto paura, trattenuto dalle proprie ricchezze. E così è sprofondato nella tristezza.