Si fa sera e il giorno ormai volge al declino - Card. Robert Sarah
Non esiste situazione alcuna in cui la norma morale non possa essere attuata. Ciò implicherebbe, infatti, che il Creatore si contraddica e ci chieda di andare contro l’ordine di sapienza che Egli Stesso ha inscritto nella creazione. Si tratta di una questione pastorale molto delicata. È sbagliato opporre la verità della legge ad attuazioni pratiche a essa contrarie. L’affermazione di una gradualità della legge in materia di precetti negativi che proibiscono determinati atti in quanto intrinsecamente cattivi è un errore ormai comune. Non si deve opporre pastorale pratica e verità universale della legge morale. La pastorale concreta è soprattutto la ricerca dei mezzi più idonei per mettere in pratica l’insegnamento universale, mai per derogare a esso.
Ritengo che la vera causa della crisi della teologia morale sia la paura che ha invaso l’animo dei sacerdoti. Abbiamo paura di passare per feroci inquisitori. Non vogliamo risultare impopolari agli occhi del mondo. Tuttavia, non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo, è eminente forma di carità verso le anime. Cari confratelli sacerdoti, annunciare la buona novella del Vangelo è il nostro dovere di padri, di guide e di pastori! Da parte nostra, i silenzi, le incertezze o le ambiguità hanno come conseguenza il fatto di nascondere la verità umana e cristiana, di privarne i fedeli più semplici. Con amore paterno nei loro confronti, con zelo missionario, con generosità nell’evangelizzazione, non dobbiamo temere di predicare e di annunciare la buona novella.
Non abbandoniamo i cristiani alle sirene ingannevoli della comodità! Facciamo notare, invece, come il nostro celibato sia una garanzia di credibilità. Se viviamo con verità la gioia di una vita donata nella continenza totale per il Regno, potremo predicare la gioia di una vita cristiana esigente. Certo, più predicheremo la verità con vigore, più sapremo accompagnare le persone con pazienza e bontà, proprio come il Signore Che fu intransigente con il male e misericordioso con i peccatori. Non credo sia eccessivo affermare che la Chiesa conosca la più grave crisi del Sacramento e del Sacrificio dell’Eucaristia della sua storia. L’aggiornamento della liturgia non ha prodotto i frutti sperati. È imperativo proseguire gli sforzi per eliminare tutti gli aspetti folkloristici che fanno dell’Eucaristia uno spettacolo. Nella celebrazione della Messa, le fantasie più incredibili hanno offuscato il mistero pasquale. Durante le celebrazioni sono state adottate musiche strane. Si sono introdotte anche delle Messe a tema. Il rispetto delle regole liturgiche non è stato salvaguardato a sufficienza. La fedeltà significa anche il rispetto delle norme liturgiche promulgate dall’autorità ecclesiastica, ed esclude le innovazioni arbitrarie incontrollate.
In Rapporto sulla fede, Joseph Ratzinger giustamente osservava: «Ci si deve opporre, più decisamente di quanto sia stato fatto finora, all’appiattimento razionalistico, ai discorsi approssimativi, all’infantilismo pastorale che degradano la liturgia cattolica al rango di circolo di villaggio e la vogliono abbassare a un livello fumettistico. Anche le riforme già eseguite, specialmente riguardo al rituale, devono essere riesaminate sotto questi punti di vista».