Dio Stesso, creando l’uomo a Propria immagine, ha iscritto nel suo cuore il desiderio di vederLo. Anche se tale desiderio è spesso ignorato, Dio non cessa di attirare l’uomo a Sé, perché viva e trovi in Lui quella pienezza di verità e di felicità, che cerca senza posa. Per natura e per vocazione, l’uomo è pertanto un essere religioso, capace di entrare in comunione con Dio. Questo intimo e vitale legame con Dio conferisce all’uomo la sua fondamentale dignità.
Una serata di altissimo livello culturale, cui la città di Varese ha risposto con inaudito calore, quella vissuta ieri al Teatro Apollonio di piazza Repubblica, assiepato all'inverosimile. Tutti in ascolto dell'intenso dialogo su "Le ragioni della fede" intessuto dall'Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, e dal filosofo Massimo Cacciari.
“ Egli è guida della speranza e i saggi ricevono da Lui ogni orientamento”. - (Sapienza 7,15)
Ciò che ci hanno insegnato a scuola deriva dall’Illuminismo, che da secoli sta tentando di secolarizzare il mondo. In sintesi, si tratta di questo: non più Dio da adorare al centro dell’universo. Non più il soprannaturale. Non più il “non spiegabile”, il mistero. Ma l’uomo al centro dell’universo, l’uomo con la sua intelligenza, l’uomo che si costruisce da solo, giorno dopo giorno.
Tutto deve essere razionale, spiegato, a nostra misura. Non riesco a comprendere il Mistero? Allora il Mistero non esiste. Con questi principi stanno tentando di toglierci il
senso di Dio e di pianificare l’uomo riducendolo a numero, a cosa. In questo clima va visto il caso Galileo. Il fatto fu amplificato faziosamente da chi era ed è contro Dio. Ci furono errori sì,
da ambo le parti; ma, in buona sostanza, ci è stata propinata una disonesta presentazione dei fatti. È stato creato, costruito il caso Galileo. Ancora oggi Brecht e Strehler insegnano.
Galileo scopre che non è il sole che gira intorno alla terra ma il contrario. Benissimo. La Chiesa nella persona del Cardinale Bellarmino, uomo dottissimo e disponibile, prega Galileo di non
trasformare questa preziosa scoperta in una bandiera anti cristiana. Prende tempo, si informa, si documenta. Teniamo presente la necessità della prudenza: in quei tempi la Chiesa
inciampava a ogni passo in maghi, cabalisti, pazzi scatenati che elaboravano teorie, facevano proseliti. Doveva stare molto attenta, non solo a difendere la scienza sino allora
conosciuta, ma piuttosto che le novità, le pazzie quotidiane non creassero confusione nel gregge dei suoi fedeli. Si chiedeva a Galileo di porgere la scoperta nei termini giusti, nel momento
giusto, con il peso giusto. In sostanza con la buona fede. Al contrario Galileo si lasciò irretire, consigliare dai soliti pagani anticristiani. Lui stesso era debole e poco sincero, di
comportamento sfuggente.
La figura di Galileo, sotto l’aspetto scientifico, scompare al confronto di S. Alberto Magno. Questo Santo fu un autentico scienziato che anticipò di circa quattro secoli
lo stesso Leonardo! Fu un grande ricercatore, scoprì e comunicò le sue scoperte alla Chiesa che seppe farne uso buono, adattandole al clima di allora. Rendendo un buon servizio al suo
gregge, non impaurendolo. S. Alberto aveva anticipato di secoli i metodi sperimentali attualmente affermati, ma il suo insegnamento andò in latenza al prevalere di mode alchimiste e cabaliste (v.
C.A. Prestipino, S. Alberto Magno, in “ Spirito e verità”, dic. 1980 e genn. - febbr. 1981).
Non pensiamo che la Chiesa sia contro la Scienza (non dimentichiamo che le grandi università sono nate dalla Chiesa).
La Chiesa è contro il cattivo uso e la strumentalizzazione della Scienza. La Scienza può produrre la bomba atomica e i contraccettivi, così come può produrre l’antibiotico e i fertilizzanti. Dobbiamo decidere qual è la Scienza che ci preme di più. Consiglio di leggere di Luca Desiato “Galileo mio padre”.
“Il Signore è vicino a quanti Lo invocano,
a quanti Lo cercano con cuore sincero” - (Salmo 144)
Sono infinite le strade per arrivare a credere. Ogni uomo è toccato nel corso della vita almeno mille volte. Se per mille volte dice di no è una sua scelta. E fa comunque in tempo anche
all’ultimo momento, come il ladrone. Uno ha chiesto, l’altro no.
La Fede è un dono di Dio. Un dono che Dio offre a tutti. Si tratta di aprirsi, anche poco, ai suoi richiami. Se ci apriamo, anche poco, lui ci donerà sempre di più. Ma,
all’inizio, dobbiamo starci. In sostanza Dio ci lascia liberi di dire sì o di dire no. È questa la grandiosità della Fede: noi siamo liberi. Altrimenti saremmo dei robot senza
volontà. E Dio ci vuole liberi.
Domanda: perché tu hai avuto la Grazie di credere e io no?
Risposta: il Signore dà a tutti le Grazie sufficienti, l’indispensabile, per aderire alla Fede, per salvarsi. Ma Dio non obbliga se stesso a dare Grazie su Grazie a non finire, affinché a tutti i
costi tu ti salvi. Dà a tutti, ma non si impone, altrimenti l’assurdo: tanto più uno si rifiuta e conduce una vita indecente, tanto più riceverebbe Grazie da un Dio insistente, asfissiante,
travolgete.
Per concludere: Dio chiama tutti, e ognuno comparirà così com’è, per quello che ha fatto. Lui sa cosa succederà, ma non vuole obbligare. La previsione della perdita di un uomo, non è la volontà
di perderlo, quell’uomo. Cerchiamo di lasciarci andare, di aprire il nostro cuore all’Amore. Che cos’è, se non Amore, l’essenza dela nostra Fede?
“Vi ho scelto di mezzo al mondo, perché andiate e portiate frutto
e il vostro frutto sia duraturo” – Giovanni 15,16
Un credente dovrebbe leggere e credere nei Vangeli: ci sono tutte le risposte, anche su questo punto. Pensiamo a Pietro e alla missione che Gesù gli ha affidato. “Su questa pietra…”. I preti dunque non si sono costituiti da soli, ma li ha costituiti lo stesso fondatore del Cristianesimo, Gesù, il quale ha dato loro il potere di celebrare l’Eucarestia, il compito di rimettere i peccati e di portare in tutti gli angoli della terra la sua parola. Se uno si definisce credente e non gli vanno i preti, è affar suo; ma deve riconoscere, onestamente, di non essere credente. Che razza di credente è se non legge e non ascolta la parola del suo Dio? E se ritiene di poter interpretare a suo piacimento o riduttivamente le Sacre Scritture senza il magistero della Chiesa, è padronissimo di farlo; ma deve rendersi conto che è protestante, non cattolico.
Dice: ma io vado in Chiesa e parlo direttamente con Dio. Risposta: ancora una volta credi di essere credente, ma non lo sei. Infatti questo è l’atteggiamento di chi vuole eliminare la mediazione della Chiesa. Il protestantesimo è l’eliminazione di tutte le mediazioni: il magistero della Chiesa, il Papa, la mediazione materna di Maria che viene sminuita e la mediazione dei Sacramenti. In sintesi: la Scrittura me la interpreto io, me la vedo direttamente con Dio, non ho bisogno di confessarmi.
Spesso la verità è un’altra. Molti di noi hanno avuto esperienze negative in confessionale. Nulla di irreparabile: l’ambito delle miserie sacerdotali è piuttosto ampio; sbagliano anche loro come tutti. Possiamo cambiare sacerdote semmai. Anzi possiamo anche aiutarlo indicandogli dove non siamo d’accordo e, assieme, trovare una soluzione.